The emerging countries of Latin America are experiencing a change of era in which 600 million people (of all Latin America, according to 2013 statistics) are trying to create new paradigms of existence and are looking closely at the events on the old continent.
The artistic richness of Europe and the charm of its progress generated expectations and curiosity in the minds of Latin Americans, starting from school desks. We Latin Americans see these countries as the “States” which, thanks to the common market, were able to apply a model of “welfare” for the less favored social classes. After the devastating Second World War, the widening of roads and cultural synergies have allowed deep discussions to build a Europe which is peaceful, united and in progress.
The ideals of the founding fathers of the European Union are currently going through hard tests in the application. When we hear repeatedly the proposal for the creation of the ‘United States of Europe”, what is European seems to be united, but everything is relative: the 28 countries that now make up the EU are experiencing conflicts and contradictions in the largest attempt of unification. Latin America sees Europe on two tracks and led by Germany and France, a series “A” Europe and a series “B” Europe; these differences and contradictions are seen more profoundly in these years of “austerity “and despite the fact that France has lost its initial role.
In my opinion, there is also a series “C” Europe, that is to say the new EU countries to which the series “A” European industry export their company-capital to get more profit. Since the birth of the experiment of unification, when in 1957 the Treaty of Rome was signed, creating the European Economic Community (EEC) that came to the euro, there was the rub of the absence of a political economy and of a common economic policy. The explosion of the financial crisis since 2008, raises the concern of Latin Americans who are in Europe for the proposed strict austerity issued by Brussels. We hope that the four freedoms of movement: goods, services, people and capital globalize solidarity and that the EU institutions do not see their citizens as customers and voters, but, instead, that all the peoples of Europe are seen and treated as human beings with the right to demand prosperity without prejudging their dreams.
In the analysis phase, we can ask this: Are the people in the old continent satisfied or happy? To whom really bring benefits the loans that the “troika” has allowed its series “B” members? The real winners of the rescue loans are not perhaps the banks, whose interests devour the hopes and prospects of millions of young people who are questioning the legitimacy of the European government that imposes its will on the peoples and national governments? We hope that the current government of the EU can work to encourage its citizens and does not only work for multinationals, because austerity measures are drowning populations and countries such as Italy.
Where is Europe going and where are its inhabitants? Countries that fail to reach agreements on migration. Unfortunately, we see the extreme right wing populists taking votes from citizens confused by xenophobic propaganda in which immigrants are seen as responsible for all the ills of the world. Only in some countries the silence is broken with the birth of new political expressions as Syriza in Greece and Podemos in Spain, but also these new political actors are faced with the agreements signed with the EU gentlemen and the squares (first occupied) are empty, without any protester. Some alternatives for series “B” are in seeking alliances to advance further than its partners in the European Community, undoubtedly causing controversies but without leaving the EU. Measures are needed to create a truce against debt and massive layoffs. The EU needs to look more consciously at China, Russia and Latin America, the so-called BRICS countries, which are a new pole of global balance.
This week is under way in Belgium the “2nd meeting of the Community of American States and the Caribbean (Celacc, without the United States and Canada) and the EU”, to discuss cooperation agreements, trade, global peace and new political balances. We will talk about it, but in the light of this first reflection, we can say that there are no politics, there is no future for Europe without the knowledge that “no human being is illegal”.
I Paesi emergenti dell’America Latina vivono un cambiamento d’epoca in cui 600 milioni di abitanti (di tutta l’America Latina, statistiche 2013) stanno cercando di creare nuovi paradigmi esistenziali e osservano da vicino gli eventi sul vecchio continente.
La ricchezza artistica dell’Europa e il suo fascino del progresso hanno generato nella mente dei latinamericani, a partire dai banchi di scuola, aspettative e curiosità. Noi latinamericani vediamo questi Paesi come gli “Stati” che, grazie al mercato comune, sono riusciti ad applicare un modello di “welfare” per le classi sociali meno favorite.
Dopo la devastante seconda guerra mondiale, l’allargamento delle strade e delle sinergie culturali ha consentito discussioni profonde per costruire un’Europa in pace, unita e in progresso.
Gli ideali dei padri fondatori dell’Unione europea stanno attualmente attraversando dure prove nell’applicazione. Quando sentiamo ripetutamente la proposta per la creazione degli ‘Stati Uniti d’Europa’, sembra che ciò che è europeo sia unito, ma tutto è relativo: i 28 Paesi che ora compongono l’Ue convivono tra conflitti e contraddizioni nel più grande tentativo d’unificazione.
L’America Latina vede l’Europa su due binari, guidata da Germania e Francia, con un’Europa di serie ”A” e una di serie “B”. Queste differenze e contraddizioni si vedono più profondamente in questi anni di “austerità” e nonostante il fatto che la Francia abbia perso il ruolo iniziale.
A mio avviso esiste anche l’Europa di serie “C”, ovvero i Paesi neo-comunitari ai quali le industrie europee di serie “A” esportano il loro capitale-azienda per ottenere maggiori profitti. Fin dalla nascita dell’esperimento di unificazione, quando nel 1957 viene firmato il trattato di Roma, che crea la Comunità economica europea (Cee) oggi arrivata all’euro, si è registrato il problema dell’assenza di un’economia politica e di una politica economica comuni.
L’esplosione della crisi finanziaria, dal 2008 a oggi, accresce la preoccupazione dei latinamericani che sono in Europa per la proposta rigorosa di austerità emanata da Bruxelles. Ci auguriamo che le quattro libertà di circolazione – beni, servizi, persone e capitali – globalizzino la solidarietà e che le IstituzioniUe non vedano i propri cittadini come clienti ed elettori, ma, invece, che tutti gli abitanti d’Europa siano visti e trattati come esseri umani, con il diritto di pretendere la prosperità senza ipotecare i loro sogni.
In questa fase dell’analisi possiamo chiederci: le persone nel vecchio continente sono soddisfatte o felici? A chi davvero portano benefici i prestiti che la “troika” ha concesso ai suoi membri di serie “B”?
I veri vincitori dei prestiti di salvataggio non sono forse le banche, i cui interessi divorano le speranze e le prospettive di milioni di giovani che stanno dubitando della legittimità del governo europeo, che impone la sua volontà ai popoli e ai governi nazionali?
Speriamo che l’attuale governo della Ue possa lavorare per favorire i suoi cittadini e non soltanto per le multinazionali, dato che le misure di austerità stanno annegando popolazioni e Paesi come l’Italia.
Dove sta andando l’Europa e dove sono i suoi abitanti? I Paesi non riescono a trovare accordi sulla migrazione, Purtroppo vediamo le estreme destre demagogiche prelevare voti dai cittadini confusi dalla propaganda xenofoba, dove si vedono gli immigrati come i responsabili di tutti i mali del mondo.
Soltanto in alcuni Paesi si rompe il silenzio con la nascita di nuove espressioni politiche come Syriza in Grecia e Podemos in Spagna, ma anche questi nuovi soggetti politici si trovano ad affrontare gli accordi firmati con i signori dell’Ue e le piazze (prima occupate) sono vuote senza i contestatori.
Alcune alternative per l’Europa di serie “B” sono nel cercare alleanze per progredire ulteriormente rispetto ai partner nella Comunità europea, senza dubbio causando polemiche ma senza uscire dall’Ue. Occorrono misure per creare una tregua contro il debito e i massicci licenziamenti. L’Ue deve guardare con maggior consapevolezza alla Cina, alla Russia e all’America Latina, ai cosiddetti paesi Brics, che sono un nuovo Polo di equilibrio globale.
In questa settimana è in corso in Belgio il ”II incontro della Comunità di Stati Americani e del Caraibi ( Celacc, senza Stati Unite e Canada ) e la Ue” per discutere degli accordi di cooperazione, commercio, pace globale e nuovi equilibri politici.
Ne riparleremo ma, alla luce di questa prima riflessione, possiamo dire che non c’è politica, non c’è futuro per l’Europa senza la consapevolezza che “nessun essere umano è illegale”.
Las preguntas des de los países emergentes de America Latina
Los países emergentes de América Latina viven un cambio de época en la cual cuyos 600 millones de habitantes (de toda LA, estadísticas 2013) intentan crear nuevos paradigmas existenciales y observan muy de cerca los acontecimientos en el viejo continente.
La exquisitez de Europa y su aroma de progreso ha generado en la mente de los Latinoamericanos desde los bancos de las escuelas, expectativas, curiosidad y en muchos casos, por la rica historia de Europa, vemos estos países como Estados que han logrado aplicar el modelo “asistencialista” para las capas sociales menos favorecidas por la bondades del libre mercado o mercado común.
Luego de la devastadora Segunda Guerra mundial, el ensanchamientos de las sinergias abrieron paso a los debates profundos de la necesidad de construir una Europa en paz, unida y con progreso.
Esos ideales de los padres fundadores de la Unión Europea están pasando en la actualidad duras pruebas en su aplicación; cuando escuchamos repetidamente la propuesta de la creación de “Los Estados Unidos de Europa”,pareciera que la Unión Europea Estuviera Unida, pero todo es relativo, los 27 países que actualmente conforman la UE se debaten entre conflictos y contradicciones que empantanan el más grande los intentos de la unificación de Europa.
AL inicio veíamos como la Europa en dos ritmos y lideradas por Alemania y Francia, la Europa de seria “A” y la Europa de serie “B”, esas diferencias y contradicciones las vemos mas profundamente en la actualidad a pesar que Francia a perdido el protagonismo inicial.
Podríamos atrevernos a decir que ya existe la Europa de serie “C”, que son los neo-comunitarios cuyas industrias de la Europa de serie “A” externalizan sus capitales-empresas para la obtención de más utilidades.
Desde el nacimiento del experimento de unificación cuando en 1957 se firma el Tratado de Roma, por el que se constituye la Comunidad Económica Europea (Cee) y luego el nacimiento de la moneda “euro” pero sin economía política.
La explosión de la crisis financiera desde el 2008 hasta la fecha, genera en los Latinoamericanos preocupaciones sobre las rigurosas propuesta de austeridad que desde Luxemburgo emiten para sus miembros.
Esperamos que las cuatro libertades de circulación: mercancías, servicios, personas y capitales globalicen la solidaridad y que las estructuras de poder de la UE no vean a sus ciudadanos como clientes y electores, sino, mas bien, que los habitantes de Europa sean visto y tratados como seres humanos y con el derecho a buscar la prosperidad sin embargar sus sueños.
A esta altura del análisis es importante preguntarnos: La gente en el viejo Continente están contentos o son felices ?, A quienes benefician realmente los prestamos que la troica realiza a sus miembros de serie “ B “?, consideramos que en el fondo, los verdaderos victoriosos de los prestamos de salvatajes son los bancos, cuyos intereses devoran las esperanzas y perspectivas de millones de jóvenes diezmados por un gobierno Europeo que se impone ante la voluntad popular y los gobiernos nacionales.
Tenemos nuestras dudas si el actual gobierno de la UE gobierna para beneficiar a sus ciudadanos o trabaja para las multinacionales; dado que las medidas de austeridad están ahogando a las poblaciones, y en países como Italia, las reformas que el Centro derecha no logro realizar por falta de correlaciones de fuerzas, hoy, el Centro izquierda esta cumpliendo con las recomendaciones, recetas y dictámenes de los grupos de poder transnacionales embotellados en las oficinas de la Ue.
Hacia donde va Europa y hacia donde van sus pobladores ?, en países que no logran acuerdos sobre los temas migratorios y donde las extremas derechas demagógicamente recojen votos de ciudadanos confundidos por la propaganda xenófoba donde ven a las y los inmigrantes como los culpables de todos los males del mundo.
Un espejismo que en algunos países se rompe con el nacimiento de nuevas expresiones políticas como Syriza en Grecia y Podemos en España, pero también estos nuevos sujetos políticos se están enfrentando a los acuerdos firmados con los señores de la UE.
Posiblemente el espirar de respiros de la Europa de serie “ B “ es buscar alianzas estratégicas para el progreso más allá de sus socios de la Comunidad Europea, sin duda provocando polémicas, las medidas para crear una tregua contra el endeudamiento y despidos masivos es ver hacia China, Rusia y América Latina, los llamados BRICS, que son un nuevo polo de equilibrio mundial.
Queda pendiente tocar a fondo la EUROPA DE PAZ que hace la guerra en otros continentes, una EUROPA que provoca pobrezas y éxodos de millones de personas en África y que son obligadas a escapar de la guerra económica y la guerra de armas y al llegar a territorios Europeos son mal vistos y mal tratadas por la Europa con doble discurso, hablan de paz pero hacen la guerra.
José Santos Jandres
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- The emerging countries in Latin America and Ue - 15 giugno 2015