On the occasion of World day against trafficking in human beings, 30 July, the network of Caritas organisations from the Euro-Mediterranean area launch a new report to cast the spotlight on the poor level of prevention of trafficking in conflict and post-conflict situations. Because of that, many vulnerable people who are fleeing from danger end up in the nets of unscrupulous criminals every year.
The report, entitled “Trafficking in human beings in conflict and post-conflict situations”, is the result of a research and actions conducted by Caritas in 10 countries of the Euro-Mediterranean area: Albania, Armenia, Bosnia-Herzegovina, Bulgaria, France, Kosovo, Lebanon, Romania, Turkey and Ukraine. The national Caritas organisations in these countries identified risk situations for vulnerable people and took actions to tackle them.
Along with the results this research, the report includes a series of recommendationsfor the national governments, the United Nations, the European Union and international donors to improve the prevention, the identification, the law enforcement and the protection of victims of trafficking for child, sexual, labour and organ exploitation.
“With this report, we want to increase the knowledge of all stakeholders in acts of trafficking in human beings and to offer them methods for intervention that best reflect the situations regarding the specific vulnerabilities of children and adults at risk of being trafficked, both during a conflict and in the longer term,” said Geneviève Colas, coordinator for the research and action at Secours Catholique-Caritas France and coordinator of this report.
Four examples from the findings
In Albania and in Lebanon, the national Caritas identified that the different authority representatives that are actively engaged with the reception of migrants and asylum seekers were not skilled enough to identify risk situations and people at risk at an early stage. Hence, Caritas Albania organised 7 trainings for 205 authority representatives from such areas as social services, education, labour market, judicial and police force. In Lebanon, Caritas’ trainings were focused on those police officers who work directly with arriving migrants and refugees.
In Turkey, Caritas cast the spotlight on child labour and child marriage. Caritas Turkey has collaborated with schools attended by Syrian refugee children and trained teachers on early identification of pupils at risk.
In Armenia, labour exploitation was identified as a main source of trafficking. Hence, Caritas Armenia runs several programmes to microfinance migrants’ and refugees’ economic activities to allow them to live by their own means, thus been more resilient to traffickers.
In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di esseri umani, il 30 luglio, la rete di organizzazioni Caritas dell’area euromediterranea ha predisposto un nuovo rapporto per puntare i riflettori sullo scarso livello di prevenzione della tratta di esseri umani in situazioni di conflitto e post-conflitto. A causa di queste situazioni molte persone vulnerabili che fuggono dal pericolo finiscono ogni anno nelle reti di criminali senza scrupoli.
Il rapporto, intitolato “La tratta di esseri umani in situazioni di conflitto e post-conflitto”, è il risultato di una ricerca e di azioni condotte dalla Caritas in 10 Paesi dell’area euro-mediterranea: Albania, Armenia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Francia, Kosovo, Libano, Romania, Turchia e Ucraina. Le Caritas nazionali di questi Paesi hanno identificato situazioni di rischio per le persone vulnerabili e hanno preso misure per porvi rimedio.
Insieme con i risultati di questa ricerca, il rapporto include una serie di raccomandazioni per i governi nazionali, le Nazioni Unite, l’Unione Europea e i donatori internazionali per migliorare la prevenzione, l’identificazione, l’applicazione della legge e la protezione delle vittime della tratta e dello sfruttamento dei bambini, sessuale, del lavoro e degli organi.
“Con questo rapporto, vogliamo aumentare la conoscenza di tutte le parti interessate per quanto riguarda la tratta di esseri umani e offrire loro metodi d’intervento che meglio rispecchino le situazioni che riguardano le specifiche vulnerabilità di bambini e adulti a rischio di essere vittime del traffico, sia nel corso di conflitti sia nel lungo termine”, ha dichiarato Geneviève Colas, coordinatore per la ricerca e l’azione del Secours Catholique-Caritas Francia e coordinatore di questo rapporto.
Quattro esempi tratti dai risultati
In Albania e in Libano, la Caritas nazionale ha rilevato che i diversi rappresentanti delle autorità attivamente impegnati con l’accoglienza dei migranti e dei richiedenti asilo non erano abbastanza esperti per identificare le situazioni di rischio e le persone a rischio in una fase precoce. Per porvi rimedio, Caritas Albania ha organizzato 7 corsi di formazione per 205 rappresentanti delle autorità di settori quali i servizi sociali, l’istruzione, il mercato del lavoro, le forze giudiziarie e di polizia. In Libano i corsi di formazione Caritas si sono concentrati su quei poliziotti che lavorano direttamente con i migranti in arrivo e i rifugiati.
In Turchia la Caritas ha puntato i riflettori sul lavoro minorile e sul matrimonio precoce. Caritas Turchia ha collaborato con scuole frequentate da bambini siriani rifugiati e insegnanti preparati all’individuazione precoce degli alunni a rischio.
In Armenia lo sfruttamento del lavoro è stato identificato come principale fonte della tratta di esseri umani. Quindi Caritas Armenia gestisce diversi programmi di microfinanza per le attività economiche di migranti e rifugiati, per consentire loro di vivere con i propri mezzi, così da essere più forti di fronte ai trafficanti.
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