Today more than 842 million people still suffer from hunger. Caritas strongly believes hunger can be defeated sustainably by 2025 and that the EU can lead the way towards this goal.
As the Italian government starts its 6-months presidency of the EU, Caritas Europa recalls the EU to play a major role in shaping the future of the world’s developing countries. For the Post-2015 development agenda, Caritas encourage the EU to set a Zero-Hunger-Goal and to build up mechanisms for monitoring its commitments and shaping a principal approach of universality. Thirdly, EU’s policies must be coherent towards development, according to article 208 of the Treaty of Lisbon. Caritas Europa reminds the EU of its legal obligation to ensure the external impact of its policies does not undermine the EU’s development objective of reducing poverty overseas.
In an in-depth study on Food Security and the ‘Right to Food’, Caritas Europa gives series of recommendations on how to create sustainable food systems and how the EU can champion the fight against world hunger. ‘Non-negotiable’ recommendations include:
- “End Hunger” Goal: addressing all the root causes of hunger, in particular those that are a result of policies pursued by the EU.The EU must contribute at all levels to its achievement, financially and by implementing the principle of Policy Coherence for Development. For this reason, regulations of agrofuels, land tenure, and trade policies should be considered from a global view by assessing all the consequences and risks they could bring.
- Right to Food should be a priority in all EU policies having an impact on food security. Food is a basic human right and should be acknowledged in possible reform of EU treaties.
- Small-scale farming: development assistance to agriculture by the EU and its Member States should focus on supporting sustainable small-scale farming activities. No funding should be allocated to agricultural activities that have negative impact on the environment.
- Climate change:given the huge role EU policies can have on climate change it is urgent to recall the need to secure binding targets for emissions to keep global warming below 1.5°C.
- Civil Society Organisations are the EU and Member States’ key partners in the fight against hunger. Their experience in working with people affected by hunger and under-nutrition must be considered in decision-making processes, including access to funding, political space and participation of the most vulnerable populations.
Caritas Europa welcomes the Italian presidency’s ambitious programme on development, starting from the forthcoming informal meeting of European Ministers for Development. We expect the ‘Right to food’ to be mainstreamed in a comprehensive and holistic approach. In this way Europe can comply with its mandate of solidarity within and outside its borders and continue working towards a just and equitable future, globally rich in human dignity.
Oggi più di 842 milioni di persone soffrono ancora la fame. La Caritas crede fortemente che la fame possa essere sconfitta in modo sostenibile entro il 2025 e che l’Ue possa aprire la strada verso il raggiungimento di questo obiettivo.
Mentre il governo italiano inizia i suoi 6 mesi di presidenza dell’Ue, Caritas Europa ricorda all’Ue di svolgere un ruolo importante nel plasmare il futuro dei Paesi in via di sviluppo. Per l’agenda per lo sviluppo post-2015, la Caritas incoraggia l’Ue a porre un obiettivo “fame-zero” e a costruire meccanismi per monitorare i suoi impegni e modellare un approccio generale di universalità. In terzo luogo, le politiche dell’Ue devono essere coerenti nei confronti dello sviluppo, secondo quanto previsto nell’articolo 208 del trattato di Lisbona. Caritas Europa ricorda all’Ue il suo obbligo legale di garantire che l’impatto esterno delle sue politiche non pregiudichi l’obiettivo di sviluppo dell’Ue di ridurre la povertà al di là delle sue frontiere.
In uno studio approfondito sulla sicurezza alimentare e il ‘diritto al cibo’, Caritas Europa dà una serie di consigli su come creare sistemi alimentari sostenibili e su come l’UE possa sostenere la lotta contro la fame nel mondo. Alcune raccomandazioni “non negoziabili”.
- Obiettivo “mettere fine alla fame”: affrontare le cause profonde della fame, in particolare quelle che derivano da politiche perseguite dall’Unione europea. L’Ue deve contribuire a tutti i livelli al raggiungimento di questo obiettivo, sia sul piano economico, sia attuando il principio della coerenza delle politiche per sviluppo. Per questo motivo, i regolamenti sugli agro-carburanti, il possesso della terra e le politiche commerciali devono essere considerati da una prospettiva globale, valutando tutte le conseguenze e i rischi cui potrebbero portare.
- Il diritto al cibo dovrebbe essere una priorità in tutte le politiche comunitarie che hanno un impatto sulla sicurezza alimentare. Il cibo è un diritto umano fondamentale e tale deve essere riconosciuto nella possibile riforma dei trattati dell’Ue.
- Agricoltura su piccola scala: l’assistenza allo sviluppo per l’agricoltura da parte dell’UE e dei suoi Stati membri dovrebbe concentrarsi sul sostegno alle attività agricole sostenibili e su piccola scala. Nessun finanziamento deve essere destinato ad attività agricole che hanno un impatto negativo sull’ambiente.
- Il cambiamento climatico: dato l’enorme ruolo che le politiche dell’Ue possono avere sul cambiamento climatico è urgente ricordare la necessità di assicurare obiettivi vincolanti per le emissioni in modo che il riscaldamento globale sia mantenuto al di sotto di 1,5° C;
- Le organizzazioni della società civile sono partner chiave dell’Ue e degli Stati membri nella lotta contro la fame. La loro esperienza nel lavoro con persone colpite dalla fame e dalla denutrizione deve essere presa in considerazione nei processi decisionali, ivi compresi l’accesso ai finanziamenti, allo spazio politico e alla partecipazione delle popolazioni più vulnerabili.
Caritas Europa apprezza l’ambizioso programma della presidenza italiana sullo sviluppo, a partire dalla prossima riunione informale dei ministri europei per lo sviluppo. Ci aspettiamo che il ‘Diritto al cibo’ sia integrato in un approccio globale e olistico. In questo modo l’Europa potrà assolvere al proprio mandato di solidarietà all’interno e all’esterno delle sue frontiere e continuare a lavorare per un futuro giusto ed equo, globalmente ricco di dignità umana.