Boris Nemtsov, a scorpion and a frog

On Friday night in the heart of Moscow an unknown killer gunned down Boris Nemtsov, former deputy prime minister of Russia and a fervent critic of president Putin. On Sunday Mr. Nemtsov was to lead a protest against the Russian involvement in the Ukrainian civil war.

It is a very strange and suspicious death. The tragedy must have happened before the eyes of all-seeing Russian secret service, because the agents routinely follow Putin’s critics and political opponents. Nemtsov was killed in the most guarded place in Russia – very close to the Cremlin. But the gunner managed to escape. The police arrived 11 minutes later.

Within minutes Putin’s propaganda machine came up with several mind-boggling theories: it was either the crime of passion committed by someone jealous of Mr. Nemtsov’s girl-friend or the lethal result of a money dispute between the opposition members over the funds sent from abroad. Is was also suggested that Mr. Nemtsov was killed by Islamic extremists. But when Mr. Putin concluded that the killing was a provocation against him and Russia, it gave birth to the two predominating hypotheses: either fellow members of the opposition had killed Mr. Nemtsov to create a martyr or Mr. Nemtsov was killed by foreign agents aiming at destabilising Russia.

The death-rate among Mr. Putin’s foes is incredibly high: Alexander Litvinenko was poisoned in a London bar, Boris Berezowsky was hanged in his own London flat, Anna Politikovskaya was murdered in Moscow as well as her fifty less known Russian fellow journalists. Last Friday was the turn of Mr. Nemtsov. All these violent deaths were certainly no tragic coincidence. They actually fall in line with the very nature of the Putin’s gangster state which terrorises it’s own citizens and neighbouring states.

Maybe the famous Russian daily PRAVDA is right in arguing that Mr. Putin had no business in perpetrating such a heinous crime. But it’s worth reminding that as early as 2010 Mr. Putin accused Mr. Nemtsov and other opposition leaders of having stolen billions while in power and warned: “If they were allowed to come back they would sell off the whole Russia”. Quite recently Mr. Putin stated: “The line between opposition activists [Mr. Nemtsov among them – pk] and the fifths column is hard to see. They serve the interests of other countries and not the interests of the motherland”. The Russian media, almost all of them serving Mr. Putin’s interests, for a long time have been accusing opposition members of accepting lavish payments from Russia’s foes abroad. Maybe someone draw the ultimate conclusions and decided to personally punish Mr. Nemtsov, the paid traitor of the motherland according to Mr. Putin and his media. The Russians who in 85 per cent support Mr. Putin and and believe his propaganda have no doubts: Mr. Nemtsov deserved his fate and his murderer did Russia a favour.

The world leaders are shocked again. They were shocked likewise when Mr. Putin stopped the gas supply to Europe, when he invaded Georgia, when he annexed Crimea and started the bloodbath in Ukraine. Now they attempt again to rationalise and understand Mr. Putin as well as the recent developments in Russia, including the tragic fate of Mr. Nemtsov. Most probably again to no avail.

And how about learning from this old fable? A scorpion asks a frog to carry him over a river. The frog is afraid of being stung during the trip, but the scorpion argues that if it stung the frog, both would sink and the scorpion would drown. The frog agrees and begins carrying the scorpion, but midway across the river the scorpion does indeed sting the frog, dooming them both. When asked why, the scorpion points out that this is his true nature and he couldn’t resist the temptation.

Venerdì notte, nel cuore di Mosca, uno sconosciuto ha freddato Boris Nemtsov, già vice primo ministro russo e ultimamente un aspro critico di Vladimir Putin. Nemtsov, domenica 1° marzo, avrebbe dovuto guidare nella capitale russa una manifestazione contro la complicità della Russia nella guerra civile in Ucraina.

È una morte strana e molto sospetta. La tragedia è avvenuta sicuramente sotto gli occhi degli agenti segreti che seguivano costantemente Nemtsov. Per lo più è avvenuta nel luogo più sorvegliato di tutta la Russia: sotto le mura del Cremlino. E nonostante ciò l’assassino è riuscito a fuggire. La polizia è arrivata sul posto solo dopo 11 minuti.

Immediatamente dopo l’assassinio la macchina della propaganda di Putin ha formulato una serie di congetture assai strampalate. È stato ipotizzato un delitto passionale compiuto da uno geloso della ragazza ucraina con la quale Nemtsov s’incontrava da quattro anni, o un conflitto interno ai gruppi dell’opposizione russa per i soldi elargiti a loro favore con generosità dall’Occidente. È stata anche suggerita una traccia che riporti agli estremisti islamici. Quando Putin ha affermato che l’assassinio è stato una provocazione diretta contro di lui e la Russia subito sono state fornite altre due teorie di complotto. La prima dice che Nemtsov sarebbe stato ucciso dagli stessi oppositori di Putin per potergli successivamente dare la colpa; la seconda che l’assassinio è stato compiuto dai servizi segreti stranieri che mirano a destabilizzare la Russia.

Il tasso di mortalità fra oppositori di Putin è molto alto: Alexander Litvinenko – avvelenato, Boris Beresovski – impiccato a Londra, la giornalista Anna Politkovskaia – assassinata a Mosca come una cinquantina di altri suoi colleghi meno noti. Venerdì è stato il turno di Nemtsov. Quegli omicidi non sono dei crimini per caso. Seguono la logica dello Stato gangster di Putin, che terrorizza gli abitanti del proprio Paese così come lo fa con i Paesi vicini.

Non sappiamo se Nemtsov sia stato assassinato su un chiaro ordine di Putin. Ma già nel 2010 lo stesso Putin, in un’intervista televisiva, aveva spiegato che Nemtsov era un super ladro che non sarebbe dovuto ritornare al potere poiché, se così fosse stato, avrebbe rubato non solo dei miliardi ma anche l’intera Russia. Parlando dell’opposizione, il presidente russo ha chiarito di recente che essa costituisce la quinta colonna dei traditori della patria asserviti agli interessi di altri Paesi. Nei media russi da tempo Nemtsov, insieme ad altri attivisti dell’opposizione, veniva accusato di svolgere la sua attività prendendo dei soldi da Paesi stranieri. La pena capitale è forse la conclusione definitiva di quelle denunce. E i russi, che per l’85% appoggiano Putin e credono alla sua propaganda, sono convinti che il traditore del popolo abbia meritato quella sorte e il suo assassino abbia solo fatto un favore alla Russia.

I leader mondiali un’altra volta sono shoccati. Lo sono stati quando la Russia aveva chiuso i rubinetti del gas verso l’Europa, quando ha compiuto l’annessione della Crimea e quando ha iniziato il sanguinoso conflitto in Ucraina. Tutti cercano di comprendere che sta succedendo in Russia e le ragioni di Putin. È un errore, poiché la situazione è come quella favola della rana e dello scorpione. Lo scorpione chiede a una rana di lasciarlo salire sulla schiena e di trasportarlo sull’altra sponda di un fiume. La rana, temendo di essere punta durante il viaggio, si rifiuta; tuttavia lo scorpione sostiene che anche lui cadrebbe nel fiume e, non sapendo nuotare, morirebbe insieme alla rana. Così la rana accetta e inizia a trasportarlo ma a metà strada lo scorpione punge la rana condannando a morte entrambi. Quando la rana sente la puntura chiede allo scorpione il perché del suo gesto. E lui risponde: “È la mia natura”.