“The future belongs to the young. But beware, young people with two qualities: young people with wings and young people with roots. Young people with wings to fly, to dream, to create, and with roots to receive from the eldest the wisdom they give us. Do not be afraid, go ahead, build bridges of peace, play as a team and make the future better.
Forward and courageously. Make the future! The future is in your hands. Take the opportunity to make it better”.
With these words Pope Francis on the 4th September, 2014 addressed the participants of the III Congress of “Scholas occurrentes”, the “World Network of schools for meeting,” which brings together educational realities of different cultures and religions and that was founded at the request of the Pope himself.
And these same words come to mind looking at the flood of young people from all around the world arrived in Krakow for the XXXI World Youth Day.
Many come from European countries, and it is for them that these words take on a special meaning.
The crisis of Europe is before their eyes, or rather they are living it on their skin.
“What you have done of Europe?” they ask the adults.
“What can we do for Europe?” they ask themselves.
They will live in Krakow, in contact with people of their same age from the rest of the world, the fears, expectations and hopes of the world: it will be a unique opportunity to reflect as well on Europe, on its shortcomings, its errors, its responsibilities.
There will be many questions to which Pope Francis will answer or will indicate the direction to meet the response from the call to prayer as the only weapon to overcome hatred, violence and terrorism.
And here comes the call to the roots and wings, to the memory and to the future, the heritage and the project, the witness and commitment.
Europe has great need of this to escape the vortex of fear, of selfishness, of skepticism, of the walls.
Without young people, without an alliance between generations, Europe will not withstand the storm, the exits, the attacks, mediocrity and terrorism.
But it is not enough to invoke the presence of young people, we need to create with them paths and workshops of European political thought that combines the value of solidarity with the complex reality of today where differences are considered more a problem than a resource.
It is time to give confidence, voice and space to young people who have roots and wings: in particular to those that under the European flag, will return from Krakow with a message for Europe.
“Il futuro è dei giovani. Ma attenzione, giovani con due qualità: giovani con ali e giovani con radici. Giovani con ali per volare, per sognare, per creare, e con radici per ricevere dai più anziani la saggezza che ci danno. Non abbiate paura, andate avanti, costruite ponti di pace, giocate in squadra e rendete il futuro migliore.
Avanti e con coraggio. Fate il futuro! Il futuro sta nelle vostre mani. Approfittatene per renderlo migliore.”
Con queste parole papa Francesco il 4 settembre 2014 si rivolgeva ai partecipanti al III Congresso di “Scholas occurrentes”, la “Rete mondiale delle scuole per l’incontro”, che riunisce realtà educative di culture e religioni diverse e che è nata su impulso dello stesso pontefice.
E queste stesse parole tornano alla mente guardando al fiume di giovani arrivato da tutto il mondo a Cracovia per la XXXI Giornata mondiale della Gioventù.
Molti vengono dai Paesi europei, e per loro queste parole acquistano un significato particolare.
La crisi dell’Europa è davanti ai loro occhi, anzi la stanno vivendo sulla loro pelle.
“Che avete fatto dell’Europa?” chiedono agli adulti.
“Cosa possiamo fare noi per l’Europa?” chiedono a se stessi.
Vivranno a Cracovia, a contatto con coetanei del resto del mondo le angosce, le attese e le speranze del mondo: sarà un’occasione unica anche per riflettere sull’Europa, sulle sue mancanze, sui suoi errori, sulle sue responsabilità.
Saranno molte le domande alle quali papa Francesco darà risposta o indicherà la direzione per incontrare la risposta, a partire dal richiamo alla preghiera come unica arma per vincere l’odio, la violenza, il terrorismo.
E da qui nasce il richiamo alle radici e alle ali, alla memoria e al futuro, all’eredità e al progetto, alla testimonianza e all’impegno.
L’Europa ne ha bisogno estremo per sfuggire al vortice della paura, dell’egoismo, dello scetticismo, dei muri.
Senza i giovani, senza un’alleanza tra generazioni, l’Europa non resisterà alla bufera, agli exit, agli attacchi, alla mediocrità, al terrorismo.
Non basta però invocare la presenza dei giovani, occorre creare con loro percorsi e laboratori di pensiero politico europeo che coniughi il valore della solidarietà con la complessa realtà di oggi, dove le diversità vengono considerate più problema che risorsa.
È tempo di dare fiducia, voce e spazio ai giovani che hanno radici e ali: in particolare a quelli che, sotto la bandiera europea, torneranno da Cracovia con un messaggio per l’Europa.
Paolo Bustaffa
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