The declaration is organised under four sections. The first one states that 2015 has to be the decisive year in order to make commitments in favour of future generations. These agreements should include: a) a decisive and binding agreement under the aegis of the UNFCCC in December 2015 in Paris; b) ambitious commitments up to 2020 that can assure a range of 25–40% emission reductions by developed countries which will give a 50% chance of global average temperatures staying below a 2°C temperature increase; c) a new agreement for the Sustainable Development Goals (SDGs) post-2015, with a focus on fighting poverty and boosting sustainable development, which incorporates robust action to combat climate change; and d) coherence between climate action and disaster risk reduction. CIDSE and Caritas Internationalis stress the need for enough funding and cooperation for sustainable development.
The second section underlines the vulnerability of the poor in facing climate change. They put forward as a conclusion of their analysis: the development model based on economic growth that is based primarily on fossil fuel consumption as the main cause of climate change. In section 3 they suggest some principles of Catholic Social Teaching that can be applied to this debate: a sacramental view of the universe; a consistent respect for human life, which extends to respect for all creation; a worldview affirming the ethical significance of global interdependence and the common good; an ethic of solidarity promoting cooperation and a just structure of sharing in the world; an understanding of the universal purpose of created things, which requires the equitable use of the earth’s resources; an option for the poor; and, a conception of authentic development, which offers a direction for progress that respects human dignity and the limits of material growth. Section 4 expresses the urgency and the opportunities offered by the actions taken in 2015.
Concrete Actions promoted Christian Organisations
Many initiatives promoted by Christian groups are ready to be launched in order to promote awareness among the public at large on the occasion of COP 21. This article outlines two of them, just to demonstrate their creativity and the connection with religious experience: fasting and pilgrimage.
Fasting for action on climate change
By fasting once a month, individuals and 18 organizations and networks including faith communities, youth groups and environmentalists show solidarity with climate change victims. The purpose is to show the strength of the commitment and to call for world leaders to act in order to stop the climate crisis. Individuals who wish to participate in the action are invited to subscribe on the website: fast for the climate.
The campaign was inspired by the Philippine delegate Yeb Sano at the UN climate conference in Warsaw, COP19, after Typhoon Haiyan had just devastated his country in November 2013. He proclaimed a time of fasting during the Conference in solidarity with his country. The Lutheran World Federation (LWF) spread the initiative.
There are different ways to fast, to go voluntarily without something: fasting without food, fasting from carbon consumption and production, fasting from food waste etc. It’s possible to share your way of fasting on the website above.
Pilgrimage of climate justice and peace
Pilgrimage of climate justice and peace is a campaign already active throughout groups in Europe, Africa and elsewhere in order to express solidarity with victims of climate change. Individuals are mobilised by Christian organisations representing members of the World Council of Churches (WCC). The campaign urges world leaders to produce a legally binding and universal agreement on the climate at COP21.
(source: Europeinfos #182)
La dichiarazione è divisa in quattro parti. La prima afferma che il 2015 deve essere l’anno decisivo in cui prendere impegni a favore delle generazioni future. Questi accordi devono includere: a) la firma di un accordo decisivo vincolante, sotto l’egida della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Ccnucc), a dicembre 2015 a Parigi; b) impegni ambiziosi da qui al 2020, che possano assicurare una riduzione dal 25 al 40% delle emissioni dei Paesi sviluppati che si tradurrebbe, con una probabilità del 50%, in un aumento delle temperature mondiali medie non superiore ai 2°C; c) un nuovo accordo sugli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) dopo il 2015, che metta l’accento sulla lotta alla povertà e l’incoraggiamento allo sviluppo sostenibile e ricco di misure energiche per combattere i cambiamenti climatici; d) la ricerca della coerenza tra l’azione per il clima e la riduzione dei rischi di catastrofe. Il Cisde e Caritas Internationalis sottolineano la necessità di una cooperazione e di un finanziamento adeguato per assicurare un sviluppo sostenibile.
La seconda parte della dichiarazione mette in evidenza la vulnerabilità delle prove di fronte al cambiamento climatico. Nella terza parte della loro analisi, Cidse e Caritas Internationalis sottolineano che il modello di sviluppo fondato sulla crescita economica e basata essenzialmente sul consumo di energia fossile è la causa principale del cambiamento climatico. I due organismi suggeriscono inoltre, sempre nella terza parte, di applicare a questo dibattito alcuni principi della dottrina sociale della Chiesa: una visione sacra dell’universo; un rispetto sistematico della vita umana che si estenda al rispetto verso tutto il creato; una visione del mondo che affermi il valore etico dell’interdipendenza mondiale e del bene comune; un’etica della solidarietà che promuova la cooperazione e una struttura di condivisione giusta, in seno alla comunità mondiale; una concezione del fine universale della creazione che esige un utilizzo equo delle risorse terrestri; una via preferenziale per i poveri; una concezione autentica dello sviluppo, che tenda verso un progresso rispettoso della dignità umana e dei limiti della crescita materiale. La quarta parte della dichiarazione esprime l’urgenza e le opportunità offerte dalle azioni effettuate nel 2015.
Le azioni concrete promosse dalle organizzazioni cristiane
Numerose iniziative promosse da gruppi cristiani sono pronte a essere lanciate per rinforzare la sensibilizzazione della popolazione in vista di Cop21. L’articolo mette l’accento su due iniziative in particolare, per mostrare semplicemente la loro creatività e il legame con l’esperienza religiosa: sono il digiuno e il pellegrinaggio.
Digiunare per agire sul cambiamento climatico
Digiunando una volta al mese, i cittadini, così come le 18 reti e organizzazioni comprendenti comunità di fede, gruppi di giovani e difensori dell’ambiente, testimoniano la loro solidarietà verso le vittime del cambiamento cliamtico. Si tratta di mostrare la forza dell’impegno e di lanciare un appello ai capi di Stato di tutto il mondo perché agiscano per mettere fine alla crisi climatica. Le persone que vogliono partecipare singolarmente a questa azione sono invitate a iscriversi al sito Le jeûne pour le climat.
La campagna è stata ispirata dal delegato filippino Yeb Sano alla conferenza Onu di Varsavia sul clima, il Cop19, dopo che il tifone Hayan aveva devastato il suo paese nel novembre del 2013. Sano, in segno di solidarietà al suo Paese, aveva proclamato un periodo di digiuno durante la conferenza. La Federazione luteriana mondiale (Flm) ha diffuso questa iniziativa.
Ci sono diversi modi di digiunare, di privarsi volontariamente di qualcosa: il digiuno dal cibo, il digiuno dalla produzione e dal consumo di carbone, il digiuno dallo spreco di cibo ecc.; è possibile testimoniare il proprio personale digiuno sul sito citato.
Un pellegrinaggio di pace e giustizia climatica
Il pellegrinaggio di pace e giustizia climatica è una campagna già attiva in tutta una serie di gruppi in Europa, Africa e altrove per esprimere solidarietà alle vittime del cambiamento climatico. I cittadini sono mobilitati dalle organizzazioni cristiane che rappresentano i membri del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). Il Consiglio esorta i capi di Stato di tutto il mondo a portare a Cop21 un accordo universale e giuridicamente vincolante sul clima.
(fonte: Europeinfos #182; traduzione italiana a cura di Eurcom)
Un pèlerinage de paix et de justice climatique
La CIDSE est une alliance internationale de 17 organisations catholiques de développement qui collaborent en vue de l’établissement d’une justice mondiale. De son côté, Caritas International est un réseau composé de 165 organisations, œuvrant pour un monde de paix, de solidarité et de justice. Le réseau fournit de l’aide aux victimes des guerres, des catastrophes naturelles et de la misère ainsi qu’aux migrants. La CIDSE et Caritas International ont publié conjointement en novembre 2014 une déclaration intitulée : “Les organisations catholiques internationales se mobilisent face au changement climatique“. Ce texte est un vibrant appel à l’action, lancé aux gouvernements et aux organisations internationales, afin qu’ils réagissent rapidement et efficacement pour relever les défis du changement climatique.
La déclaration est organisée en quatre parties. La première affirme que 2015 doit être l’année décisive où seront pris des engagements en faveur des générations futures. Ces accords doivent inclure : a) la signature d’un accord décisif contraignant, sous l’égide de la Convention Cadre des Nations Unies sur le changement climatique (CCNUCC), en décembre 2015 à Paris; b) des engagements ambitieux d’ici 2020, qui puissent assurer une réduction de 25 à 40% des émissions des pays développés, qui se traduirait, avec une probabilité de 50%, par une augmentation des températures mondiales moyennes ne dépassant pas les 2°C ; c) un nouvel accord sur les objectifs de développement durable (ODD) après 2015, mettant l’accent sur la lutte contre la pauvreté et la stimulation du développement durable et assorti de mesures énergiques pour combattre les changements climatiques ; et d) la recherche de la cohérence entre l’action pour le climat et la réduction des risques de catastrophe. La CIDSE et Caritas International soulignent la nécessité d’une coopération et d’un financement suffisants pour assurer un développement durable.
La deuxième partie de la déclaration met en évidence la vulnérabilité des pauvres devant le changement climatique. En troisième partie de leur analyse, la CIDSE et Caritas International soulignent que le modèle de développement fondé sur la croissance économique et reposant essentiellement sur la consommation d’énergie fossile, est la principale cause du changement climatique. Les deux organisations suggèrent également dans cette troisième partie d’appliquer à ce débat certains principes de la doctrine sociale de l’Eglise : une vision sacramentelle de l’univers ; un respect systématique de la vie humaine, qui s’étend au respect de toute la création ; une vision du monde affirmant la valeur éthique de l’interdépendance mondiale et du bien commun ; une éthique de la solidarité promouvant la coopération et une structure de partage juste, au sein de la communauté mondiale ; une conception du but universel de la création qui exige une utilisation équitable des ressources de la terre ; une option préférentielle pour les pauvres ; une conception du développement authentique, qui tend vers un progrès respectant la dignité humaine et les limites de la croissance matérielle. La quatrième partie de la déclaration exprime l’urgence et les opportunités offertes par les actions effectuées en 2015.
Les actions concrètes promues par les organisations chrétiennes
De nombreuses initiatives promues par des groupes chrétiens sont prêtes à être lancées afin de renforcer la sensibilisation de la population à l’occasion de la COP21. Cet article met l’accent sur deux d’entre elles, pour montrer simplement leur créativité et le lien avec l’expérience religieuse : il s’agit du jeûne et du pèlerinage.
Jeûner pour agir sur le changement climatique
En jeûnant une fois par mois, les citoyens individuels ainsi que 18 réseaux et organisations comprenant des communautés de foi, des groupes de jeunes et des défenseurs de l’environnement témoignent de leur solidarité vis-à-vis des victimes du changement climatique. Il s’agit de montrer la force de l’engagement et de lancer un appel aux dirigeants du monde entier pour qu’ils agissent afin de mettre fin à la crise climatique. Les personnes qui souhaitent participer individuellement à cette action sont invitées à s’inscrire sur le site web : Le jeûne pour le climat.
La campagne a été inspirée par le délégué philippin Yeb Sano à la conférence des Nations Unies sur le climat à Varsovie, la COP19, après que le typhon Haiyan ait dévasté son pays en novembre 2013. Il a proclamé une période de jeûne pendant la Conférence, en solidarité avec son pays. La Fédération luthérienne mondiale (FLM) a répandu cette initiative.
Il y a différentes façons de jeûner, de se priver volontairement de quelque chose : le jeûne de nourriture, le jeûne de production et de consommation de carbone, le jeûne du gaspillage de la nourriture, etc. Vous pouvez témoigner de votre façon de jeûner sur le site web ci-dessus.
Un pèlerinage de paix et de justice climatique
Le pèlerinage de paix et de justice climatique est une campagne qui est déjà active dans toute une série de groupes en Europe, en Afrique et ailleurs afin d’exprimer leur solidarité avec les victimes du changement climatique. Les citoyens sont mobilisés par les organisations chrétiennes qui représentent les membres du Conseil œcuménique des Eglises (COE). Ce Conseil exhorte les dirigeants du monde entier à arriver à un accord universel et juridiquement contraignant sur le climat à la COP21.
(source: Europeinfos #182)
Pilgerweg für Klimagerechtigkeit und Frieden
Die CIDSE ist ein internationaler Verband, dem 17 katholische Entwicklungsorganisationen angehören, die sich gemeinsam für globale Gerechtigkeit einsetzen. Caritas Internationalis ist ein Netzwerk bestehend aus 165 Organisationen, das sich einer Welt des Friedens, der Solidarität und der Gerechtigkeit verschrieben hat. Es unterstützt Opfer von Krieg, Naturkatastrophen und Armut sowie Migranten. Im November 2014 haben die CIDSE und Caritas Internationalis die gemeinsame Erklärung: „Katholische internationale Organisationen stellen sich den Herausforderungen des Klimawandels“ herausgegeben. Mit dieser Erklärung richten sie einen eindringlichen Appell an die Regierungen und internationalen Organisationen, umgehend und konsequent auf die Herausforderungen des Klimawandels zu reagieren.
Das Papier ist in vier Abschnitte unterteilt. Im ersten Abschnitt wird unterstrichen, dass 2015 das entscheidende Jahr ist, in dem verbindliche Verpflichtungen zum Wohle der zukünftigen Generationen eingegangen werden müssen. Diese Verpflichtungen sollten folgende Elemente umfassen: a) ein umfassendes und verbindliches Abkommen unter Federführung der im Dezember 2015 in Paris stattfindenden Konferenz der Vertragsparteien des Rahmenübereinkommens der Vereinten Nationen über Klimaänderungen (UNFCCC); b) ehrgeizige Verpflichtungen seitens der Industrieländer, damit diese ihre CO2-Emissionen bis zum Jahre 2020 um 25 % bis 40 % reduzieren, wodurch sich die globale Erderwärmung mit einer 50-prozentigen Wahrscheinlichkeit unter dem kritischen Wert von 2° C halten ließe; c) ein neues Abkommen mit Blick auf die Nachhaltigen Entwicklungsziele (Sustainable Development Goals – SDG) nach 2015, mit besonderem Schwerpunkt auf der Armutsbekämpfung sowie der Förderung von nachhaltiger Entwicklung, was auch konsequente Maßnahmen gegen den Klimawandel umfasst und d) Kohärenz zwischen den Klimaschutzmaßnahmen und der Katastrophenrisikominderung. Die CIDSE und Caritas Internationalis verweisen auf die Notwendigkeit, ausreichende Mittel für die nachhaltige Entwicklung zur Verfügung zu stellen und entsprechend zusammenzuarbeiten.
Der zweite Abschnitt betont die Verwundbarkeit der Armen angesichts des Klimawandels. Die Schlussfolgerung der Analyse lautet: Hauptursache des Klimawandels ist das auf Wirtschaftswachstum basierende Entwicklungsmodell, das in erster Linie auf den Verbrauch fossiler Energieträger setzt. In Abschnitt drei verweisen die Autoren auf mehrere Grundsätze der Katholischen Soziallehre, die für diese Debatte von Bedeutung sind: eine sakramentale Sicht auf das Universum; die konsequente Achtung des menschlichen Lebens bzw. der gesamten Schöpfung; ein Weltbild, das die ethische Bedeutung der globalen Interdependenz und das Gemeinwohl in den Mittelpunkt rückt; eine Ethik der Solidarität, die sich für Zusammenarbeit und eine gerechte Verteilung der Güter dieser Welt einsetzt; ein Verständnis für den universellen Nutzen geschaffener Dinge, das eine gleichberechtigte Nutzung der Ressourcen unseres Planeten voraussetzt; Chancen für die Armen sowie die Förderung authentischer Entwicklung, die den Weg zu einem Fortschritt weist, der die Würde des Menschen und die Grenzen des materiellen Wachstums achtet. Abschnitt vier beschreibt die Dringlichkeit der Lage und die Chancen, die sich durch die im Jahre 2015 ergriffenen Maßnahmen ergeben.
Konkrete, von christlichen Organisationen initiierte Aktionen
Zahlreiche von christlichen Gruppen geförderte Initiativen sollen in Kürze starten. Ihr Ziel ist es, das Bewusstsein der Bevölkerung für die Fragen der COP21 zu schärfen. In diesem Artikel stellen wir zwei Initiativen vor, die sich durch besondere Kreativität auszeichnen und gleichzeitig eine religiöse Komponente umfassen: Fasten und Pilgern.
Fasten für das Klima
„Fasten für das Klima“ ist eine Initiative, die Menschen aus insgesamt 18 Organisationen und Netzwerken, darunter Glaubensgemeinschaften, Jugendgruppen und Umweltaktivisten zusammenbringt. Einmal im Monat fasten die Teilnehmer, um ihre Solidarität mit den Opfern des Klimawandels zum Ausdruck zu bringen. Mit ihrer Aktion wollen sie zeigen, dass sie ihre Verpflichtungen ernst nehmen. Zudem rufen sie die Staats- und Regierungschefs auf, konkrete Maßnahmen zu ergreifen, um dem Klimawandel Einhalt zu gebieten. Wer sich an der Aktion beteiligen möchte, kann sich auf der Webseite Fasten für das Klima anmelden.
Die Kampagne geht auf die Initiative des philippinischen Abgeordneten Yeb Sano zurück, der kurz nach der Zerstörung seines Landes durch den Taifun Haiyan im November 2013 an der UN-Klimaschutzkonferenz in Warschau (COP19) teilnahm. Während der Konferenz rief er zu einer Fastenaktion als Zeichen der Solidarität mit seinem Land auf. Daraus entstand eine Initiative, die in der Folge durch den Lutherischen Weltbund (LWB) aufgegriffen und weiterverfolgt wurde.
Es gibt unterschiedliche Arten zu fasten bzw. freiwillig auf etwas zu verzichten: So kann man beispielsweise auf Essen verzichten, den Verbrauch und die Erzeugung von CO2 reduzieren oder die Verschwendung von Lebensmitteln vermeiden. Auf der o. g. Webseite haben die Teilnehmer die Möglichkeit, sich über ihre Art des Fastens auszutauschen.
Pilgerweg für Klimagerechtigkeit und Frieden
Der Pilgerweg für Klimagerechtigkeit und Frieden ist eine bereits laufende Kampagne, an der u. a. europäische und afrikanische Gruppen mitwirken, die ihre Solidarität mit den Opfern des Klimawandels zum Ausdruck bringen möchten. Mobilisiert werden die Teilnehmer durch christliche Organisationen, die im Weltkirchenrat (WKR) vertreten sind. Dieser fordert die Staats- und Regierungschefs auf, bei der COP21 ein rechtsverbindliches Abkommen zu erarbeiten.
(quelle: Europeinfos #182)
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- Pilgrimage of climate justice and peace - 14 maggio 2015